Zombitudine
MEZZ’ORA PRIMA DELL’INIZIO DELLO SPETTACOLO
SPETTACOLO IN ITALIANO
progetto, testo, regia, interpretazione Elvira Frosini e Daniele Timpano
scene e costumi Alessandra Muschella
ideazione e realizzazione tecnica luci Marco Fumarola e Daniele Passeri
collaborazione al disegno luci Matteo Seli
luci Martin Palma e Omar Scali
aiuto regia Francesca Blancato
assistente scene e costumi Daniela De Blasio
cordinamento progetto “Walking Zombi” Angela D’Alessandro, Andrea Martorano, Giada Oliva, Alessio Pala, Eleonora Paris, Alessio Rizzitiello, Arianna Saturni, Laura Toro
organizzazione e distribuzione Daniela Ferrante
Compagnia Frosini/Timpano / Amnesia vivace / kataklisma, Roma
Un uomo e una donna, rifugiati in un teatro insieme al pubblico. In questo spazio di illusoria resistenza attendono l’arrivo di qualcuno, di qualcosa: un nuovo inizio? La morte? Una rivoluzione? Un cambiamento? Non si sa se bello o brutto, ma un evento sta arrivando…
Un uomo e una donna, rifugiati in un teatro insieme al pubblico. In questo spazio di illusoria resistenza attendono l’arrivo di qualcuno, di qualcosa: un nuovo inizio? La morte? Una rivoluzione? Un cambiamento? Non si sa se bello o brutto, ma un evento sta arrivando. O forse arrivano gli Zombi.
Zombitudine non è uno spettacolo horror ma uno spettacolo sull’orrore di questo nostro tempo, su questa condizione di semi-vita che ci sentiamo addosso. La Zombitudine, appunto. Gli Zombi siamo noi. La Zombitudine è la nostra condizione quotidiana. Così in scena, come in sala. Stretti tra l’emergenza di un evento imminente e devastante e una quotidianità claustrofobica in cui la vita da assediati è divenuta normalità, si fa fatica a focalizzare il pericolo o la salvezza.
Quella dello Zombi è l’immagine palingenetica della nostra fine o forse, visto che la fine è probabilmente già arrivata e i tempi in cui viviamo di stenti sono tempi moribondi, morti, decomposti, addirittura un’immagine di speranza, l’unica prospettiva di rinascita, l’unica forma di vita alternativa.