
L’UOMO NERO
MEZZ’ORA PRIMA DELL’INIZIO DELLO SPETTACOLO
SPETTACOLO IN ITALIANO
concept, regia e coreografia Silvia Giuffrè
con Roberto Galbo, Silvia Giuffrè e Cinzia Tartamella
musiche originali e dal vivo
Gabriele Giambertone e Giuseppe Rizzo
scenografia e disegno luci Alessandro Montemaggiore
assistente Sara Bonsorte
Compagnia Omonia, Trapani
L’UOMO NERO prende vita da un’ampia riflessione sul retaggio della mentalità mafiosa come subcultura dei siciliani e racconta un punto di vista sul conseguente stato di “silenzio emotivo”. La convivenza con la mafia è un atteggiamento mentale, un’abitudine di secoli intessuta all’interno di una rete invisibile.
La cronaca racconta in merito di fatti e avvenimenti che attanagliano il nostro quotidiano di un “nero inchiostro” che invade i nostri spazi fisici e mentali. La libertà sembra venire a mancare.
L’UOMO NERO è la creatura cattiva, misteriosa e oscura, che tutti i bambini hanno nel loro immaginario. La figura che opprime, incute timore, rapisce i sogni, che qui simboleggia non solamente l’uomo di mafia ma anche l’alone di mafiosità che incombe nel quotidiano della vita degli adulti.
La scena si apre con una ninna nanna. La figura persuasiva e seducente di un UOMO NERO sembra capace di un disegno malvagio. L’insidia indossa volti diversi. Una donna non distingue il sogno dalla realtà e vive un’intima sensazione di instabilità. Un’improvvisa consapevolezza interrompe i suoi “sonni tranquilli”, che oscillano tra rassegnazione e ribellione contro il “pactum sceleris”.