LUNARIA
MEZZ’ORA PRIMA DELL’INIZIO DELLO SPETTACOLO
SPETTACOLO IN ITALIANO
di Vincenzo Consolo, con Pietro Montandon
fonica e luci Luca Nasciuti
costumi Maria Angela Cerruti
scene Giorgio Panni e Giacomo Rigalza
regia Daniela Ardini
Lunaria Teatro – Genova
In una Palermo di fine Settecento, una mattina il Viceré si sveglia madido e tremante: ha sognato che la Luna è caduta dal cielo e, una volta raggiunto il terreno, si è spenta. Come per magia, il Vicerè, a una riunione e che di lì a poco si sarebbe svolta nelle sale del Palazzo Reale, posa lo scettro sulla mappa dei possedimenti e s’impunta su una estrema Contrada senza nome. Proprio lì, alcuni villeggianti guardano sorpresi la Luna che sta per sorgere e che appare insolitamente grande e colorata, in parte di rosso scarlatto. Il fenomeno è oggetto di molte astruse congetture da parte di diversi personaggi, che circondano il malinconico Vicerè (la moglie Dona Sol, l’Inquisitore Don Tristano Calavera, il Ciantro della Cattedrale, gli Accademici dell’Accademia dei Platoni Redivivi….). Anime pure sono i villani della remota contrada senza nome (che parlano un dialetto di origine nordica nel cuore della Sicilia) che fanno il funerale alla luna e ne portano un pezzo al Viceré. E quando il Vicerè raggiunge la remota contrada l’astro risorge, ma mancante di un piccolo pezzo… Lunaria è una favola scritta da Vincenzo Consolo, premio Pirandello 1985, che Daniela Ardini e Giorgio Panni hanno trasposto sulla scena nell’86 in una memorabile edizione che viene qui riproposta nell’interpretazione di Pietro Montandon, dopo il successo della “sua” Maruzza Musumeci.