Mutamenti tra teatro, danza, drammaturgia contemporanea e ricerca.

Produzioni internazionali, drammaturgia contemporanea, teatro danza, teatro fisico. Si chiama Mutamenti il progetto della cinquantacinquesima stagione internazionale del Teatro Libero di Palermo, al via il 27 ottobre 2022 con spettacoli fino a maggio 2023.

Un viaggio che rilegge autori e drammaturghi come Calvino, Dostoevskij, D’Arrigo, Euripide, Hugo, Shakespeare, Joyce, Camus, Bufalino, Goldoni, Kafka, Pinter e che ai classici unisce una forte attenzione ai drammaturghi viventi come Visniec, Grumberg, Reza, Marinelli, Lescot e a giovani creatori/autori come Lopardo, Fallongo, abbracciando molteplici espressioni artistiche, dal teatro di parola alla danza, al teatro fisico, con due progetti internazionali provenienti dalla Francia, con influenze iraniane, e dalla Spagna, rispettivamente Ka-f-ka di Mehdi Farajpour e la danza contemporanea del collettivo spagnolo Fil D’Arena di Valencia con Cos à cos. La scena contemporanea italiana con Il Mulino d’Amleto e Marco Lorenzi, la rilettura di Sepe dell’Ulisse di Joyce, I tradimenti di Pinter attraverso gli occhi di Michele Sinisi, Gli Sposi di Lescot attraverso la coppia Frosini/Timpano, poi progetti di giovani compagnie come Ion di Dino Lopardo, Letizia va alla guerra di Agnese Fallongo e la rilettura goldoniana di Andrea Saitta/Compagnia dell’Arpa con un’originale versione de La Locandiera. Cuore del progetto le produzioni: Diceria dell’Untore ispirata a Bufalino, progetto e regia di Lia Chiappara, Sua mamma di Jean-Claude Grumberg per la regia di Beno Mazzone, e due progetti per un pubblico di tutte le età, Gilda e Fido, a cura di Giada Costa e Giuseppe Vignieri, Il mio nome è nessuno da Omero, progetto e regia di Salvo Dolce. Tra le nuove produzioni, poi, Non mi serve niente, primo momento della trilogia dedicata ai temi dell’economia, a cura di Manlio Marinelli e Luca Mazzone, che cureranno rispettivamente drammaturgia e regia.

Prima della stagione le anteprime con due produzioni: Difficult Lovers, da un progetto di Luca Mazzone, drammaturgia e regia di Evgeny Kozlov, omaggio a Italo Calvino, vincitore del bando “Vivere all’Italiana” promosso nel 2020 dal MAECI; poi Ritorno, di Lia Chiappara, omaggio a Stefano D’Arrigo; completano la programmazione delle anteprime: Elena Tradita di Luca Cedrola per la regia di Graziano Piazza e la personale rivisitazione de Il grande inquisitore di Dostoevskij a cura e con Daniele Salvo.

 «Dopo due anni di programmazioni legate alle incertezze della pandemia, scandite da cartelloni di tre mesi in tre mesi, quest’anno il Libero lancia la sfida per una ritrovata normalità, progettando e proponendo una stagione da settembre a maggio – dice Luca Mazzone, direttore artistico del Teatro –. Il Libero si rivolge dunque al proprio territorio, alla propria città e al pubblico invitandolo ad intraprendere questo lungo viaggio attraverso i mutamenti del nostro tempo, scandito da creazioni e artisti della scena contemporanea italiana ed europea. Al centro della stagione – prosegue Mazzone – una forte attenzione all’autorialità in senso lato, che riporta al centro del progetto un pensiero critico sulle contraddizioni della contemporaneità attraverso le parole di ieri e di oggi, che si concentra sui mutamenti epocali di questi ultimi anni, riflettendo e interrogando le radici e seguendo i sentieri meticci della creazione contemporanea e delle innovazioni della scena».

Aperta campagna abbonamenti dal 7 settembre al 27 ottobre

 

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