J & H
SPETTACOLO IN ITALIANO
variazioni su R.L. Stevenson
di Francesco Randazzo
con Walter Da Pozzo (H) e Francesco Randazzo (J)
disegno luci Chiara Martinelli
musiche a cura e di Calogero Giallanza
coreografie Rossana Veracierta
aiuto regista Annalisa Paolucci
direttore di scena Gian Luca Bianchini
ufficio stampa Marialuisa Giordano
spazio scenico e regia Francesco Randazzo
A.C. Ostinati Officina Teatro, Roma
Le variazioni di un discorso pericoloso, che viene da lontano, ma che si sviluppa e risolve, attraverso una perfida ironia, fino allo struggimento della dissoluzione, di un uomo che per essere perfettamente inserito nel suo mondo deve uccidere la parte migliore di sé.
Il doppelgänger (doppel = “doppio” e gänger = “che se ne va”, “passante”) è una copia spettrale di una persona vivente. Doppelgänger è il doppio, il gemello maligno di una persona.
Negli stati alterati della coscienza risiedono spazi che l’artista esplora e saccheggia, fertili caverne di creatività. Ma in esse si nascondono anche i mostri del nostro essere maligno, tutto quel che di noi è messo a tacere in catene dalla coscienza, quello che di noi è più bestiale e occulto. Quando però, come oggi, ciò che altera risiede nell’aria stessa, quando la civiltà di un paese diviene quella della sopraffazione, del malaffare, dell’inciucio, del servilismo, allora ciò che prima sorgeva dall’ombra e all’ombra era destinato a tornare, emerge prepotentemente. J&H è questo. Le variazioni di un discorso pericoloso, che viene da lontano, ma che si sviluppa e risolve, attraverso una perfida ironia, fino allo struggimento della dissoluzione, di un uomo che per essere perfettamente inserito nel suo mondo deve uccidere la parte migliore di sé. Senza nessun rimpianto. Con un certo sollievo, anzi.
J è un medico, un chirurgo bravissimo, pervaso da buoni sentimenti, persino stucchevoli, agitato nascostamente da ambizioni e sentimenti di rivalsa, che lo agitano come un peccato originale che gli avvelena i giorni. H è la parte oscura di J, che si libera grazie ad alcune pasticche psicotrope, che dovrebbero espellerne l’inquietudine, ma inesorabilmente provocano un dissidio ancor più forte, ancor più velenoso. J è uomo solo con sé stesso, un uomo tormentato da ambizioni e buoni propositi, Comincia a vedere H, l’altra parte di sé, quella parte libera da condizionamenti, ferina, brutale, feroce, dedita soltanto al soddisfacimento del proprio piacere. L’animale racchiuso nella gabbia della sua coscienza, viene fuori, si libera, azzanna, uccide, stupra, con facilità e leggerezza, sicuro di sé.