PRESENZA IN SALA
MEZZ’ORA PRIMA DELL’INIZIO DELLO SPETTACOLO
DURATA 65 MINUTI
SPETTACOLO IN ITALIANO
testo e regia ValeriaLaBua assistente alla regia MartaCirello
con cast in definizione
scene e costumi a cura del TeatroLiberoPalermo
L’amore è violento. Ci lascia senza difese. E tanto più cerchiamo di lottare, di resistergli, tanto più soccombiamo: questa è la lezione che ci viene ricordata dalla tragedia greca. La tradizione del mito di Ippolito e di Fedra è lunga e variegata. Ha numi tutelari illustrissimi, che percorrono l’intera tradizione classica, a partire da Euripide e Seneca, fino a Racine, non scordando gli esiti degli autori contemporanei. In questa riscrittura, l’evento principale è senza dubbio la perdita di purezza di Ippolito, che stavolta non riesce a resistere alle avances di Fedra, e cede alla trappola d’amore che lei gli tende. È una caduta a tutti gli effetti lancinante, perché a questa corrisponderà la morte del padre di Ippolito, Teseo. Ed è proprio la morte di Teseo a far esplodere i sensi di colpa, a dar vita ai litigi, a iniziare il vorticoso gioco del “rinfaccio”: è come se la colpa della morte di Teseo fosse loro, di Ippolito e di Fedra, e forse è a tutti gli effetti così. Sulla scena tutto avviene nella contemporaneità, ma che ha radici nel passato, parte di un tempo circolare.