Giufà, il mare e le nuvole
SPETTACOLO IN ITALIANO
testo regia e interpretazione Tiziana Lucattini e Fabio Traversa
oggetti scenici Francesco Persico
progetto luci Martin Beeretz
COOP. RUOTALIBERA ROMA
Dalla saga di Giufà, personaggio di forte tradizione orale e popolare del Mediterraneo. Giufà. Pasticcione, testardo, visionario, stupido, furbo, saggio, matto, clown, bugiardo, poeta. Un bambino. Giufà e la madre, in un perenne buffi e tenero conflitto. Non hanno età. Sono poveri. Vivono in una baracca/cabina sulla spiaggia. Una terra di nessuno. Di fronte al mare. Alle spalle un’indefinita periferia cittadina. Giufà guarda il mare, e sogna. Al di là del mare, un padre sconosciuto e idealizzato. Un desiderio di grandezza, un presente di stenti che intrappola madre e figlio in una specie di beckettiana clownesca immobilità. Lei una Gelsomina felliniana, ragazza invecchiata senza sposo, credulona e forastica. Lui, Giufà, un Ninetto pasoliniano che desidera perdersi davanti a quello che è più grande di lui, mare e nuvole. E che ritrova sé stesso grazie al respiro del mistero, contatto con la rabbia ed il dolore di un abbandono: un padre sparito troppo presto, senza un saluto. La condanna ad essere bambino per Giufà ed essere diffidente e brontolona per la madre si ribalta cosi davanti al mare, davanti alle nuvole, davanti alla possibilità di muoversi, scorrere. Crescere. Diventare adulti serbando un sano desiderio d’infanzia. Le ferite restano ma prendono aria, sole e acqua. Il mare rimargina ed invita a prendere il largo verso terre sconosciute, tutte da esplorare ed inventare.