25 maggio 2017, Presente Futuro 2017
Teatro Libero Palermo

Il primo giorno del concorso di Presente Futuro, festival internazionale di arti performative, ha avuto luogo giovedì 25 maggio. Ogni sera fino a sabato, quattro performance della durata massima di 30 minuti andranno in scena al Teatro Libero di Palermo. La quarta performance è opera della danzatrice cipriota Evie Demetriou, che porta in scena il progetto The more you dance the more you get.

THE MORE YOU DANCE THE MORE YOU GET
coreografa e performer Evie Demetriou
consulente Tabea Martin
voice coach Cathryn Robson
messa in piega Kristia Michaelidou
luci Alexander Jotovic
musica “Come and Play” di Damian Lazarus
fotografia Michalis Papamichael, Pavlos Vrionides
produzione En drasi 2016 – Cipro
sponsorizzata dai servizi culturali del Ministero dell’Educaizone e della Cultura di Cipro
con il supporto del Rialto Theatre e della Dance House Lemesos

Evie Demetriou ha studiato danza e performance al Laban Centre di Londra e al Limon Institute di New York. Il processo creativo che mette in atto nella costruzione dei suoi spettacoli parte da una ricerca teorica sugli argomenti ai quali decide di avvicinarsi. Si nutre pertanto di testi, interviste, colloqui, documentari, in modo da elaborare un’idea astratta ben precisa. Solo successivamente passa al lavoro sul corpo e sul movimento, attingendo dalla gestualità della vita quotidiana e dai passi di danza classica e contemporanea. Sia il linguaggio corporeo quotidiano che quello codificato delle varie tecniche coreutiche vengono però trasformati e ripetuti fino a perdere ogni connotazione di appartenenza.

Nella performance The more you dance the more you get Demetriou pone l’attenzione sulla condizione di sfruttamento e costrizione a cui sottostanno le/i sex worker. La danzatrice insiste sulla mercificazione del corpo, in particolare di quello femminile, ripetendo movimenti tipici della lap dance che sono però resi meccanici e per niente seduttivi. Per tutta la prima parte dello spettacolo, una parrucca rossa le copre il volto: l’intento è quello di indurre lo spettatore ad astrarre quel corpo che si muove sulla scena, e a renderlo un modello anonimo del fenomeno. Scoprendosi il volto, Demetriou si propone di costringere il pubblico a confrontarsi invece con l’individuo che ha davanti agli occhi, che non è un robot spersonalizzato, ma un essere umano.

La conclusione della performance appare in parte didascalica: la danzatrice prende una borsa dalla quale tira fuori dei volantini, che vengono lanciati al pubblico come fossero biglietti da visita di una spogliarellista o di una escort. Sui flyer è riportato un breve testo, in italiano e in inglese, che a prima vista sembra scritto in versi. Invece, la dicitura “fatti” precede una serie di numeri e informazioni precise sul traffico di donne che nutre il mercato del sesso a pagamento; seguono i recapiti telefonici e online a cui rivolgersi per denunciare soprusi e abusi.

« BLOG » a cura dell’insegnamento di Istituzioni di Regia del Corso di Laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo del Dipartimento di Storia dell’Arte e Spettacolo – Sapienza Università di Roma.

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