24 maggio 2017, Presente Futuro 2017
Teatro Libero Palermo

Il secondo appuntamento del festival Presente Futuro, giunto ormai alla dodicesima edizione, ha visto in scena la performance diretta da Selim Ben Safia. Tenendo fede alla vocazione internazionale della rassegna di arti performative, mercoledì 24 maggio il Teatro Libero di Palermo ha ospitato lo spettacolo della compagnia franco-tunisina, dal titolo Sur le pas de ta porte.

SUR LE PAS DE TA PORTE
prima nazionale
spettacolo in francese con soprattitoli in italiano
coreografia e messa in scena di Selim Ben Safia
creazione musicale Imed Alibi
con Alice Kinh, Théo-Morga Gidon
musicisti Zied Zouari, Imed Alibi, Khalil Hentati
tecnico Tark Ifaoui
Cie Selim Ben Safia – Tunisi/Marsiglia

La performance ha inizio nel buio quasi totale. Una luce lascia intravedere Imed Alibi, il musicista della compagnia, che crea un ambiente sonoro utilizzando diversi strumenti, dalle percussioni a una diamonica. L’ombra avvolge tutto lo spettacolo; dapprima i due performer, un uomo e una donna, si muovono lentamente sulla scena. La danzatrice cammina sul palcoscenico disegnando un quadrato immaginario; si sbottona la giacca, se la sfila e la lascia cadere a terra. Sotto alla giacca ne porta un’altra, poi un’altra, e un’altra ancora, fino a ripetere la stessa azione per almeno dieci volte. All’interno del perimetro da lei tracciato, e mentre il pavimento si copre di abiti, il danzatore esegue una danza tribale, costruita sull’alternanza di contrazioni muscolari e momenti di distensione. Man mano che il movimento si fa più concitato, i corpi di entrambi divengono più pesanti, affaticati e allo stesso tempo nevrotici. Ed è solo quando finalmente si incontrano, dopo una fase di conflitto, che ritrovano la leggerezza, in un pas de deux fatto di brevi partiture ripetute con delicatezza.

Nelle intenzioni del regista-coreografo c’è il dare voce ai migranti. Selim Ben Safia intende portare in scena una coreografia che scandagli le motivazioni sottese a una partenza, i moventi che spingono a lasciare la propria casa e la propria patria per un luogo che non li desidera, ma che rappresenta in ogni caso l’unica speranza per una vita migliore.

Il progetto sembra dunque partire dal concetto di casa, inteso sia come dimora privata nella quale sentirsi al sicuro, sia come luogo globale privo di frontiere. Sur le pas de ta porte tenta di utilizzare il linguaggio universale della danza per esprimere il coraggio di chi parte, di chi è costretto a lasciare la propria casa per gettare se stesso e la propria famiglia in quella che dovrebbe essere la casa del mondo, ma che spesso si rivela ostile. Selim Ben Safia prova a colmare l’ermetismo criptico dell’esito coreografico con la parola, facendo recitare alla danzatrice un testo poetico sulla condizione di chi intraprende la via dell’espatrio, in cerca di un futuro lontano dalla violenza della guerra. La sua voce è accompagnata dalla melodia di una melodica, sulle cui note il danzatore produce una serie di movimenti contratti, interagendo con il musicista che gli si avvicina. I suoi gesti sono minimali, sempre più impercettibili, e lo conducono all’immobilizzazione. È un corpo steso al suolo, esausto, forse senza vita. La danzatrice tace, la musica svanisce, e lentamente il buio avvolge nuovamente la scena.

 

« BLOG » a cura dell’insegnamento di Istituzioni di Regia del Corso di Laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo del Dipartimento di Storia dell’Arte e Spettacolo – Sapienza Università di Roma.

 

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