RECENSIONE AFTER THE END

Forte, violento e a tratti perverso “After the end” è lo spettacolo dello sceneggiatore inglese Dennis Kelly, rivisitato dal regista italiano Luca Mazzone e messo in scena Venerdì 20 Gennaio presso il teatro Libero. Esso dà l’opportunità di riflettere su molti temi, primo fra tutti il rapporto vittima-carnefice, attraverso la convivenza forzata tra Mark e Louise, due superstiti ad un’esplosione nucleare. Louise è traumatizzata, non ricorda nulla di cosa sia successo, se non attraverso gli innumerevoli racconti dell’amico che l’ha tratta in salvo portandola via dal pub in cu si trovava e mettendola al sicuro nel suo bunker anti-atomico. La situazione per i due non è affatto semplice: alle cattive e difficili condizioni per la sopravvivenza, quali le poche proviste, il luogo piccolo e monotono e la mancanza di un orologio che possa scandire il passare del tempo, si aggiungono le non ideali condizioni psicologiche: l’amore non ricambiato di Mark per Louise, le sue minacce di privarla del poco cibo a disposizione e la rabbia di non piacerle che, unita alla gelosia, lo porterà ad atti estremi! Lo spettacolo risulta diviso in atti, la fine dei quali è scandita da un abbassamento di luci, talvolta accompagnato dal ticchettio di un orologio, che indica il trascorrere del tempo, ore o magari soltanto pochi minuti. Lo spettacolo si è sviluppato per la maggior parte della sua durata nel bunker, ma, nonostante ciò potesse far apparire la rappresentazione troppo piatta e possibilmente anche noiosa, il continuo cambiamento psicologico e, dunque, i frequenti contrasti positivi e negativi dei personaggi hanno conferito alla visione maggiore vivacità. Ciò che davvero mi ha colpito sono stati i sottofondi musicali, che sono riusciti a far nascere in me talvolta il senso di paura e di timore, talvolta anche la voglia di riscatto e di predominio! Una piccola pecca, invece, l’ho riscontrata nell’uso delle luci, che, benché abbia saputo mettere in risalto elementi fondamentali per la sceneggiatura, come la radio, che per i due amici rappresenta l’unica possibilità di avere un contatto con il mondo esterno, talora creava ombre nei volti degli attori, non permettendo di osservare i loro occhi e quindi, di far trasparire le loro emozioni! Un merito, che ritengo sia del regista, è invece quello di aver saputo far ridere il pubblico in uno spettacolo del genere, in cui normalmente una risata non nasce facilmente, smorzando in tal modo l’ansiosa atmosfera! Un elogio particolare, inoltre, va agli attori per essersi immedesimati nel difficile ruolo loro affidato, nonostante la delicatezza del tema principalmente trattato, di cui oggi sentiamo parlare sempre più ricorrentemente! “After the end” è uno spettacolo alquanto forte, ma soprattutto REALE e VERITIERO, che ci presenta il mondo di oggi, in cui c’è chi ancora riesce a provare un senso di piacere nel dolore altrui e in cui la parola Amore viene spesso confusa con il semplice desiderio di possesso.

Noemi Lo Jacono 2ª C – “Vitt.Emanuele II” Palermo