53ma stagione // Autunno 2020

Che il teatro non sia più pericoloso di un Virus?

 

Nonostante la totale incertezza, nonostante una pandemia che sembra riprendere vigore, proviamo a ripartire da dove c’eravamo fermati: dalla drammaturgia contemporanea, dall’autorialità e da un attento sguardo sulle sperimentazioni e sul teatro d’arte.

Al centro del progetto autunnale c’è la produzione: da La merce più preziosa da Grumberg a firma di Beno Mazzone, al debutto di Aspettando Manondi Alberto Milazzo e Luca Mazzone, e ancora Il Caos, Quindi? da Luigi Pirandello a firma di Domenico Bravo, e poi Il mio nome è nessuno da Omero a cura di Salvo Dolce, poi una coproduzione internazionale di teatro danza con Do Theatre, Un4tunate Talesdi Evgeny Kozlov, le coproduzioni con Civilleri / Lo Sicco, Giacomazzi/Sicurella, Barbe è Papà Teatro, Compagnia Décalé, Compagnia Fenice/Salvatore Cannova, e poi Teatro Binario 7, Fontemaggiore di Perugia, Teatro Scientifico di Verona, il Teatro Akròama di Cagliari, Lunaria Teatro di Genova, Coltelleria Einstein di Alessandria, Mulino ad Arte di Torino, 369Gradi Produzioni di Roma.

Un progetto che tiene conto della creatività del territorio e che intende sostenerla non soltanto in un’ottica emergenziale ma con uno sguardo al futuro, che programma un teatro di drammaturgia attento alle radici e all’innovazione dei linguaggi.

Nel corso del mese di luglio abbiamo proposto quattro appuntamenti invadendouno spazio altro, Villa Filippina, lanciando una provocazione alla città: era necessario attivare spazi pubblici condivisi e aperti che consentissero di riprendere il rapporto con il pubblico.

La 53a stagione, riparte dalla nostra sala di Piazza Marina che però, a seguito dei protocolli di sicurezza, vedrà una capienza ridotta a poco più di un terzo. Tutelare la salute pubblica è doveroso, ci impegneremo a farlo tutti insieme chiedendo la collaborazione del pubblico; tutttavia ci fermiamo a riflettere sulle contraddizioni di un protocollo di sicurezza che è per noi incoerente, confuso, per non osare oltre. In aereo e sugli autobus non è necessario il metro di distanza, in teatro invece sì. Che non sia il Teatro più pericoloso del Virus? Ce lo chiediamo perché davvero non si comprende questa totale assenza di rispetto verso lo spettacolo dal vivo, il teatro, la danza, la musica. All’inizio della pandemia, un coro quasi unanime si levava al grido dell’andrà tutto bene. Così non è stato, non è andato tutto bene e il nostro settore è fortemente a rischio.

Per superare questo momento critico auspicavamo un segnale di collaborazione e di apertura da parte del teatro pubblico, ma fin’ora, mentre scriviamo queste righe, ne ascoltiamo attoniti il silenzio.

Ecco perché abbiamo voluto svolgere la nostra funzione pubblica, cercando di colmare questo spazio. Lo abbiamo fatto programmando il più possibile, nonostante le condizioni economiche siano molto precarie e difficili. Lo abbiamo fatto sostenendo la creazione del territorio attraverso un bando, Per un teatro necessario, che, in collaborazione con il Dipartimento di Storia Antropologia Arte e Spettacolo(SARAS) della Sapienza Università Roma, coproducesse compagnie di livello nazionale e internazionale provenienti dalla nostra città.

Ecco, dunque, il programma dell’autunno, con oltre venti titoli, tra drammaturgia contemporanea e riscritture dei classici; venti progetti che posano lo sguardo sull’uomo e sulle relazioni, sulle diseguaglianze, sugli ultimi e sui grandi temi dell’esistenza.

Buona ripartenza! Anzi… Buon proseguimento!

 

Luca Mazzone

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